Il primo Pride di una città è sempre un momento importante in cui le soggettività LGBTQI, che per anni hanno lavorato sul territorio, irrompono per le strade, prendono visibilità, entrano in relazione diretta con la cittadinanza.
Il Pride è l’orgoglio di non doversi vergognare, di non doversi nascondere, di potersi mostrare e dichiarare liberamente il proprio amore.
Nonostante numerosi passi avanti fatti in questi anni, infatti, non esiste ancora una totale parità di diritti, di salari, di accesso al mondo del lavoro a tutti i livelli e mansioni a prescindere dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale.
Dobbiamo inoltre tener presente che in molte parti del mondo tuttora essere gay, lesbica, queer o transessuale è ragione di repressione di Stato, talvolta punita con il carcere.
in molti paesi, tra cui anche l’Italia, non esistono leggi contro la violenza e la discriminazione delle persone LGBTQI; in altri le persone LGBTQI non sono difese sufficientemente dalle discriminazioni che subiscono sui luoghi di lavoro, in famiglia, nella società.
Anche come Rifondazione Comunista intendiamo aderire e partecipare al Toscana Pride, nel nome dell’autodeterminazione e dei diritti per tutti e tutte.
Saremo in piazza come Federazione di Siena del Partito della Rifondazione Comunista per ribadire che i diritti delle persone LGBTQI non sono negoziabili e legando questo tema al femminismo, perché entrambi si basano sulle diseguaglianze culturali e materiali legate ai ruoli di genere.