In questi giorni il dibattito sull’accorpamento delle province ha scatenato un’intensa opera di proposte e posizionamenti delle varie forze politiche ognuna impegnata nel lamentarsi dell’accorpamento e, al contempo, propagandare Siena come capoluogo di non si sa bene cosa (Grosseto?, Arezzo?, entrambe?)
Leggendo ad esempio il resoconto scaturito dall’iniziativa organizzata dal PD su questo tema, siamo rimasti confusi nel sentire dichiarazioni come quelle del responsabile provinciale degli enti locali Biagianti il quale, ci sembra di capire, veda con angoscia la mancanza di democrazia che si verrebbe a creare con l’istituzione di superorganismi composti da poche persone non elette dai cittadini e s’interroga con preoccupazione su come poter salvare e razionalizzare le funzioni e i servizi che attualmente svolgono le province. Siamo pienamente d’accordo ma… ci sembra di notare un’ipocrita schizofrenia nel sentir chiedere ai propri parlamentari di non appoggiare una riforma che hanno già provveduto a sostenere. Tutto ciò ha dell’assurdo e raggiunge il grottesco se ci sommiamo il fatto che non è carino fingere di preoccuparsi del corretto riordino dei servizi ai cittadini dopo aver votato in parlamento le “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica” meglio nota come Spending Review, la quale non riduce per nulla selettivamente gli sprechi e la spesa pubblica inutile, come contestato dal nostro Partito al Presidente Monti nella sua giratina a Siena, ma serve ad aumentare i tagli agli Enti Locali, alla sanità, ai servizi.
Il Partito della Rifondazione Comunista è cosciente del sentimento di repulsione verso la politica che anima il popolo. E siamo anche coscienti di come ciò generi una confusa disattenzione verso i problemi della rappresentanza democratica che viene ormai disegnata dai media come un costo del tutto improduttivo. Se siamo giunti a questo, però, non è colpa della troppa democrazia (che per noi è controllo dal basso da parte dei cittadini sulle azioni degli eletti) bensì del suo esatto opposto. Come esempio di ciò possiamo portare le privatizzazioni di tutti quei servizi pubblici che venivano svolti dai lavoratori direttamente impiegati dai Comuni e le Province i cui costi potevano essere controllati mentre da anni si è moltiplicato a dismisura il ricorso alla creazione e al foraggiamento di appalti e, soprattutto, di società partecipate (per la Provincia di Siena parliamo di circa 20) che a loro volta hanno consigli di amministrazione che prevedono per i loro membri indennità di molte decine e in qualche caso di centinaia di migliaia di euro (pensiamo ai Presidenti di Apea, di SienAmbiente di Siena Casa, dell’Aeroporto di Ampugnano etc.) E’ evidente come questi enti derivati abbiano creato dei “postifici di lusso” ad uso indiscriminato dei partiti politici che gestiscono il potere.
Se quanto detto sin qui è il vero motivo fondante del sentimento generalizzato di antipolitica ci chiediamo come la soluzione a questi problemi possa essere la contrazione del numero delle province se ad essa corrisponde, ad esempio, il proliferare delle Unioni dei Comuni tanto care al PD e al PDL, anche’esse istituzioni delegate, elette dai consigli comunali e non sottoposte al voto ed alla partecipazione dei cittadini, in cui si rafforza la gerarchizzazione della politica e insieme la moltiplicazione degli enti e delle funzioni che creano posti di potere e costi aggiuntivi.
Le ragioni di fondo del nostro giudizio assai negativo sul provvedimento sono dunque chiarissime: in primo luogo, si tenta di azzerare il sistema di elezione democratica degli EELL, innalzando ulteriormente soglie di sbarramento e centralizzando tutti i poteri nei Presidenti; in secondo luogo, i tagli e il mutamento delle circoscrizioni provinciali (art.13 della Costituzione) lungi dal consentire risparmi – come indicato da un recente studio elaborato dal CERTET Bocconi – produrranno costi aggiuntivi per lo Stato e la Pubblica Amministrazione ingenerando caos e conseguenze pesanti per i lavoratori impiegati nei servizi (tanto più se in appalto) e i cittadini che di questi servizi avrebbero diritto di fruire come sancito costituzionalmente.
Infine, a proposito di PD e Costituzione, ci chiediamo come mai ben sette Regioni abbiano promosso contro l’art. 23 del DL 201/2011 un ricorso alla Corte Costituzionale ma tra queste non ci sia la Regione Toscana la cui Giunta ha scartato tale azione con l’unica contrarietà di Rifondazione Comunista. C’è da capire in questo quadro quali saranno le future mosse del Pd, se ci si fermerà alla “convegnistica” o se si farà realmente pressione sul Presidente della Regione Rossi per un’azione di contrasto all’implementazione di questo provvedimento.
Matteo Mascherini – Segretario Provinciale PRC Siena
Angela Bindi – Resp.le Provinciale Enti Locali PRC Siena