Con l’acquisizione di UBI Banca da parte di Intesa Sanpaolo, il Mercato ha decretato la fine del più accreditato tentativo di costituzione del cosiddetto “terzo polo” bancario italiano. Ma, contemporaneamente, ora si torna ad auspicarne la (ri)nascita invocando nuove aggregazioni.
Secondo le notizie di stampa, il primo oggetto del desiderio (la vittima sacrificale?) sarebbe il Monte Paschi di Siena destinata a finire preda di banco popolare o Bper se, come previsto, venisse privatizzata in ottemperanza ai diktat europei.
Come Rifondazione Comunista esprimiamo la totale contrarietà a tale progetto perché riteniamo che MPS, assieme alla Popolare di Bari, anch’essa ormai sotto controllo statale, debba essere il perno attorno al quale si ricostituisce un polo pubblico del credito.
Di questo e non di terzi o quarti poli privati è ciò di cui ha bisogno il paese per salvaguardare il sistema produttivo e avviare l’indispensabile riconversione ambientale dell’economia.
Mentre i banchieri privati si fanno la guerra puntando ad una riduzione dei costi di gestione ed in particolare di quello del lavoro, noi invece vogliamo difendere la presenza bancaria nei territori ed i livelli occupazionali del settore anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro per rispondere alle novità portate dalla digitalizzazione.
Le riorganizzazioni bancarie non devono penalizzare lavoratrici e lavoratori!
Antonello Patta, responsabile lavoro
Giancarlo Ilari, ufficio credito
Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea