Il comitato politico federale di Siena riunito in data 27 ottobre 2018 ritiene di dover far presente al comitato politico nazionale che si tiene oggi e domani la propria posizione sulla situazione che si è venuta a creare dopo le elezioni politiche nazionali del 4 marzo.
Riteniamo che la coalizione con la quale il Partito si è presentato alle elezioni, pap, abbia portato sia problemi che benefici. Ce ne rammarichiamo molto, perché pap poteva avere delle potenzialità importanti. Vogliamo infatti ricordare come sia nella nostra provincia, sia tramite i nostri rappresentanti nel comitato politico regionale, la rottura con la prospettiva del “brancaccio”, intesa come accordi tra gruppi dirigenti delle sempre più scarse e squalificate forze che vogliono proporre nuovamente un centro-sinistra, fu vissuta come una liberazione. In questo senso indietro non vogliamo tornare.
Purtroppo, l’accelerazione organizzativista successiva al 4 marzo ha portato alla luce l’intento da parte di alcune realtà che compongono pap, di costruire un nuovo partito e di abbandonare il manifesto fondativo che invece noi rivendichiamo come valido. Riteniamo col senno di poi, da una parte che gli interlocutori non fossero sufficientemente adeguati alle necessità e anche, e questo ci rammarica maggiormente, che chi ha gestito per il Partito questo passaggio non ne sia stato in grado, mettendo pericolosamente alla prova il già sfibrato corpo militante. L’errore originario da cui sono derivati gli altri è stato quello di non essersi fatti accettare come Partito, ma come singoli, la famigerata “ una testa un voto”. Dopo 10 anni dalla drammatica scissione Vendoliana crediamo non si possa ulteriormente rimandare il lavoro che dobbiamo fare su di noi, consistente in una ricerca di analisi continua per una elaborazione superiore, che unita a una profonda autoriforma, anche comunicativa, ci riporti in connessione con la nostra gente, insomma, la Rifondazione Comunista. Dopo 10 anni di cartelli elettorali dove ci siamo sempre nascosti come simbologia bisogna invertire la tendenza e per farlo ci impegneremo in modo prioritario ad essere riconoscibili all’esterno come Prc in tutte le occasioni , dai volantinaggi, ai presidi, alle manifestazioni, nelle nostre feste, nell’affissione dei manifesti fino alle elezioni che interesseranno 30 comuni su 36 nel 2019.
Un decennio di progressiva marginalizzazione dalla vita politica e istituzionale ci ha convinto che anziché lanciarci di contingenza in contingenza, o perderci nella continua discussione sui “ contenitori” , dobbiamo fermarci a riflettere sui contenuti. Senza di questo crediamo che non sia possibile uscire dalla marginalità sia come Partito, sia partecipando ad un qualsivoglia aggregato che non necessariamente porta più numeri, come abbiamo visto il 4 marzo.
Il Cpf da indicazione per tanto ai Compagni della provincia di lavorare al rafforzamento del Partito, alla chiusura del tesseramento del 2018, ad iniziare interlocuzioni per le elezioni amministrative del 2019, a lavorare con tutte le soggettività politiche, associative, studentesche, sindacali con cui condividiamo i nostri valori, con lo spirito di unitarietà nell’autonomia che ci ha contraddistinto in periodi ben più fortunati di questo.
Approvato con 12 voti a favore, 2 contrari e 0 astenuti.