L’approvazione del nuovo Piano Strutturale segna un notevole passo avanti nelle prospettive della nostra città. Il piano rappresenta in vari aspetti un elemento di discontinuità rispetto alle politiche urbanistiche precedenti, e si avvicina in modo significativo alle posizioni che Rifondazione Comunista porta avanti da vent’anni.
Innanzitutto il nuovo piano sancisce chiaramente il principio del “consumo zero di suolo”. Questa è una novità importante, ma anche una scelta obbligata dalla normativa regionale, e dalla completa stagnazione del mercato immobiliare. In seconda istanza, il Piano sancisce l’importanza strategica -per lo sviluppo sociale e culturale della comunità poggibonsese- di un elemento in passato ignorato dall’urbanistica; cioè una “cintura” di spazi e strutture destinate all’aggregazione ed alla socialità. Questo elemento, che noi abbiamo sempre sostenuto, ha trovato finalmente ampio spazio, anche grazie all’accoglimento degli emendamenti da noi proposti in Consiglio comunale. In terza istanza, viene confermata la “vocazione produttiva” di Poggibonsi, respingendo le sirene di chi avrebbe voluto favorire la deindustrializzazione delle nostre periferie, per sostituire alle fabbriche, varie strutture commerciali. Ciò è importante per impostare una politica dell’occupazione e della produzione, quando sarà superata la crisi; ed anche per salvare le piccole botteghe, ed il centro storico nella sua funzione di “centro commerciale naturale”. Inoltre nel nuovo Piano si recepisce un’altra nostra osservazione in merito alle forme sociali di accesso alla residenza. Precedentemente gli strumenti urbanistici definivano una “quota complessiva” di alloggi “popolari” ( nelle varie forme di accesso facilitato alla residenza previste), che poi veniva contrattata nelle singole concessioni, ed alla fine veniva realizzata solo in minima parte. Oggi invece si stabilisce il principio che la quota complessiva dovrà esser distribuita in TUTTI gli interventi di natura residenziale che verranno autorizzati. Così avremo la certezza che gli alloggi previsti si faranno, e contemporaneamente saranno distribuiti in tutta la città, evitando qualsiasi ipotesi di “ghettizzazione” delle situazioni di disagio.
Naturalmente ancora permangono elementi di perplessità, che dovranno esser chiariti nel futuro Regolamento Urbanistico. In primo, la previsione delle trasformazioni degli ex-annessi agricoli in strutture residenziali ci sembra eccessiva, e rischia di non tener conto del “carico urbanistico” che potrebbe andare a gravare sulle nostre campagne. Sempre in riferimento al territorio rurale insisteremo per mettere vincoli più stringenti di quelli stabiliti dalla Regione alle attività non-agricole praticabili. In modo particolare dovrà essere del tutto esclusa l’ipotesi di trivellazioni ad alta profondità come quelle per l’estrazione di CO2. Inoltre, nel contesto della conferma della “vocazione produttiva” delle nostre aree industriali, dovranno esser definite le tipologie di attività produttiva consentite, escludendo le attività altamente inquinanti o pericolose per la salute pubblica.
Tuttavia gli elementi positivi prevalgono chiaramente, e ci fanno dare un giudizio positivo sul nuovo piano. Ovviamente vigileremo sull’effettiva traduzione dei criteri stabiliti nelle concrete prescrizioni del Regolamento Urbanistico che dovrà esser realizzato quanto prima.