Partecipazione democratica: le idee di Rifondazione Comunista Poggibonsi

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Dal 1993, con la Legge Bassanini e interventi legislativi successivi, è iniziato un processo di deresponsabilizzazione collettiva dei cittadini verso la gestione della cosa pubblica. L’elezione diretta del sindaco ha prodotto uno svuotamento di ruolo del consiglio comunale e aperto la strada ad una gestione di tipo manageriale/aziendalistica delle amministrazioni comunali. 

Oltre alla richiesta di revisione legislativa in materia, si propone di adottare scelte politiche che promuovano il ripristino sia di un rapporto attivo tra cittadini e istituzione locale, sia di una nuova capacità programmatoria e gestionale del comune.

In particolare si propone:

  • la centralità del Consiglio Comunale, il quale farà da referente a tutte le istanze territoriali in quanto organo di confronto democratico e di decisione;
  • nuovo insediamento dei consigli di quartiere. Tutti i cittadini devono poter partecipare, esporre ed elaborare proposte sui problemi del proprio ambito territoriale. Per questo si propone di reinsediare, in veste ufficiale, se pur non previsto dalle attuali normative, i consigli di quartiere, le cui istanze dovranno avere come riferimento il Consiglio Comunale; 
  • istituzione di Consulte, come luogo di coinvolgimento sugli indirizzi di programmazione. Tali Consulte potranno avere carattere provvisorio e/o permanente e coinvolgere la popolazione per categorie sociali, fasce generazionali e di genere. Si indicano come prime proposte:
    • Consulta su lavoro e disagio sociale
    • Consulta impresa
    • Consulta giovani
    • Consulta femminile
    • Consulta dello sport;
  • cooperazione tra comuni per programmazione e gestione dei servizi. Ci sono problematiche che gli Enti Locali devono inevitabilmente condividere: le scelte urbanistiche e abitative, viabilità e trasporto pubblico, turismo e commercio, ambiente e diritto alla salute, ecc… I comuni non possono rispondere con ulteriori tagli sociali e con l’esternalizzazione dei servizi, ma devono mettere in campo la loro volontà e capacità di razionalizzare la spesa al fine di ottimizzare la massima erogazione di servizi qualificati. Per questo motivo si pone allo studio l’individuazione di un Ambito territoriale ottimale al fine di istituire una o più aziende pubbliche intercomunali, con le quali reinternalizzare i servizi e gestirli direttamente, a partire da acqua, raccolta dei rifiuti, verde, reti viarie comunali e servizi sociali. Numerose città europee, passata la sbornia privatistica, sono riuscite a recuperare la gestione diretta di servizi essenziali, a partire dal servizio idrico, per un adeguato territorio, popolazione e numero di utenze.

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