PRC di Siena: contro il governo Monti e i suoi alleati, per la difesa dei lavoratori e dei loro diritti.

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 sabato 24 marzo 2012

Il Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Siena ha partecipato, insieme con le forze studentesche, i sindacati di base e altre realtà sociali della Provincia, al presidio indetto nel pomeriggio di ieri per aspettare il segretario nazionale del Partito Democratico, Pierluigi Bersani – inviato a Siena per prendere parte al Congresso Nazionale dei Giovani Democratici-, e ricordargli le ragioni del popolo dell’acqua, del movimento NO TAV e dei lavoratori.

Il governo PD-PdL-TerzoPolo di Mario Monti aveva iniziato malissimo il proprio mandato, con l’alzamento dell’età pensionabile e con una manovra che non soltanto è stata estremamente iniqua, ma sta già producendo pesanti effetti recessivi sulla fragile economia italiana. Ora continua peggio, con la proposta di riformare la normativa contrattuale ed i diritti dei lavoratori, “aumentando la flessibilità in uscita”. Cioè -tradotto dalla lingua dei “tecnici”-abolendo l’art. 18 e dando alle imprese la possibilità di licenziare a discrezione (esattamente come chiedevano l’estate scorsa i vertici della BCE nella famosa lettera).

Che l’abolizione dell’articolo 18 – vale a dire il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro nel caso di licenziamenti ingiustificati – possa favorire un mercato del lavoro, che si finge ingessato, è un’enorme bugia. Perché la flessibilità in entrata è garantita, in Italia, da una spettacolare quantità di lavori precari e a termine; e perché quella in uscita è ampiamente consentita da una legge dello stato e da non meno vincolanti accordi interconfederali che consentono alle aziende di liberarsi dell’occupazione da esse ritenuta “eccedente”.

L’obiettivo del governo è dunque politico: la cancellazione dell’articolo 18, dell’architrave su cui poggia l’intero Statuto dei lavoratori, infatti consegna al padrone un potere assoluto, lo rende signore indiscutibile del rapporto di lavoro e delle condizioni in cui esso si esercita: sicurezza, dignità, libertà non sono più elementi fondamentali del lavoratore.

E il fatto che questo gravissimo attacco allo Stato di Diritto venga mascherato con la prospettiva di creare occupazione dimostra soltanto il grado di malafede di signori dell’alta finanza, oggi entrati nel ruolo di verginelle della politica.

Il risveglio della Cgil è stato brusco, dopo un lungo e colpevole traccheggiamento, interrotto soltanto dalla coraggiosa resistenza della Fiom. Ora che ogni argine è crollato, la Cgil sembra comprendere che è in gioco la sua stessa ragion d’essere sindacato, stretta in una tenaglia saldamente impugnata da Monti e Marchionne.

Ma chi invece non riesce ad uscire dalla penosa e passiva dipendenza da Monti è proprio il Pd, ora costretto a balbettare una tardiva, prudente critica alle “forzature” dell’esecutivo, ma sostanzialmente prigioniero della sciagurata scelta di sostenere un governo che rappresenta e interpreta un blocco sociale e politico reazionario di dimensioni europee.

Il governo Monti infatti, espressione del capitalismo europeo, persegue le ricette della BCE e delle grandi potenze europee: tagliare le pensioni; demolire i diritti dei lavoratori (conquistate dai movimenti operai), dai contratti nazionali all’articolo 18, passando dall’abbassamento dei salari e il mantenimento della precarietà; distruggere lo stato sociale; ledere la democrazia stessa, trasformando il conflitto sociale in problemi di ordine pubblico da reprimere con la forza (basti pensare all’occupazione militare della Val susa, a quello che è successo a Roma al Movimento per la casa o a tante fabbriche dove gli operai sono stati caricati).

Ecco perchè non è sufficiente da parte del Partito Democratico una così lieve e timida opposizione alla riforma del lavoro, mentre continua a dare apertamente il suo appoggio a questo Governo Monti, che usa lo spread come clava per demolire i diritti dei lavoratori e dei cittadini tutti. Per riprendere le parole di Paolo Ferrero “è necessario che il PD stacchi la spina a questo governo”.

Il Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Siena vuole infine esprimere piena solidarietà a tutti i lavoratori che in questi giorni si stanno mobilitando dentro e fuori le loro fabbriche contro l’abolizione dell’articolo 18, per difendere i loro diritti e il loro posto di lavoro, e nello specifico agli operai della fabbrica Trigano di San Gimignano, che ieri hanno fatto uno sciopero, e agli operai della Whirlpool di Siena, che hanno indetto, per la giornata di lunedì p.v., due cortei, uno per ogni turno lavorativo.

Augurandoci che questi scioperi e mobilitazioni siano soltanto le prime avvisaglie di una grande lotta contro questo Governo e l’attacco che sta portando, come Partito ci auspichiamo un’unione d’intenti e strategica di tutto il movimento operaio e quindi delle sue punte più avanzate, Fiom e Sindacati di Base; ecco perchè nei prossimi mesi lavoreremo in tal senso!

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Siena



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