19 Settembre 2011
Esprimiamo grosse preoccupazioni, per come il Consiglio comunale ed il Consiglio provinciale di Siena, hanno affrontato l’obbligo di riaggiornare le linee di mandato della Fondazione MPS.
La necessità di aggiornare il mandato scaturiva dal fatto che per il 2012 e sicuramente per molti anni ancora, la città e la provincia di Siena saranno privati del bando straordinario che metteva a disposizione del territorio una quantità di risorse importanti soprattutto nel momento in cui da una parte il liberismo e la speculazione finanziaria e dall’altra un Governo che fa solo l’interesse dei poteri forti, ignorando il dettato Costituzionale che vuole la rimozione degli ostacoli che impediscono ai cittadini di raggiungere una effettiva parità dei diritti, stanno distruggendo la tenuta sociale costruita con grandi sacrifici dalla passate generazioni.
In un momento così delicato le forze politiche invece di riflettere insieme a tutta la comunità senese, aprendo al confronto sia le assemblee elettive che la stessa Fondazione, hanno preferito mantenere le distanze come se non portassero le responsabilità politiche e gestionali di scelte che hanno esposto in questi anni alle speculazioni finanziarie ed al dominio delle banche anche la nostra città, la quale, proprio attraverso un ruolo forte della Fondazione e delle istituzioni era riuscita a mantenere coesa non solo la tenuta economica e sociale ma anche quella storica e culturale, punto di forza importante del nostro territorio.
Riteniamo che il documento deliberato sia insufficiente e vago e che lo strano matrimonio PD, SEL, IDV e PDL costruito in Comune e rielaborato anche in Provincia, non abbia partorito niente di produttivo per invertire la tendenza delineata. Mettere al centro il “vogliamoci bene” senza dare nessuna indicazione in merito al ruolo dei consigli elettivi ed alla necessità di un confronto aperto e permanente fra questi e la Fondazione, ci sembra come far finta che nel prossimo anno la comunità non subirà seriamente un taglio di risorse che, se sommiamo i mancati utili della banca con i tagli degli Enti Locali, supererà ampiamente il mezzo miliardo di euro per tutto il territorio provinciale.
A nostro avviso occorreva pronunciarsi fermamente per un cambio di rotta che bloccasse le esternalizzazioni e valorizzasse le risorse e le competenze interne della Fondazione e nello stesso tempo mantenesse alta e rigorosa l’attenzione verso la Banca Mps e verso le partecipate dove le nomine non devono essere scelte fra la cerchia degli amici ma attraverso una trasparente selezione delle professionalità.
E’ necessario, quindi, valutare fino in fondo le scelte passate come quelle dell’acquisizione dell’Antonveneta, assumendoci ognuno le nostre responsabilità (compresi noi del PRC). Rifare gli errori che hanno portato ad un sempre crescente snaturamento della storia della banca per inseguire le mode liberiste sarebbe imperdonabile, così come il tanto osannato posizionamento sul mercato finanziario, invece di produrre ricchezza ha finito con esporre alla speculazione anche importanti servizi ed investimenti del territorio dove il MPS detiene significative quote azionarie.
Infine ci aspettavamo, che in un momento così difficile, le indicazioni sulla distribuzione di eventuali risorse disponibili venissero date prioritariamente al sostegno di chi non percepisce nessun tipo di indennità, e che si dichiarasse esplicitamente con quali criteri verranno assegnate le poche risorse disponibili, visto che tale assegnazione avverrà in assenza di bandi pubblici.