

Ancora una volta in una realtà produttiva del nostro territorio, prevale la logica distruttiva del frazionamento della produzione, del “ridurre i costi” senza prospettive future, dello “scaricabarile” delle perdite, fra segmenti della stessa filiera produttiva e sui dipendenti.
Ancora una volta la politica dimostra di esser intervenuta tardi e male, favorendo un concordato “senza garanzie” per la tutela dell’occupazione e senza certezze per il futuro dell’intera filiera del camper.
Ancora una volta ci preme sottolineare che:
1) Sarebbe esistita un’alternativa “a breve” per evitare i licenziamenti, e cioè la possibilità di utilizzare i contratti di solidarietà;
2) A lungo termine sarebbe possibile e necessario un intervento della politica volto ad “unire le forze produttive”, cercare di consorziare i produttori di camper rimasti con l’indotto, nonché facilitare l’accesso al credito (tramite Fiditoscana ecc.) molto prima che una realtà produttiva si trovi con l’acqua alla gola;
Dopo 25 anni di favole sul “piccolo è bello” e sulle capacità delle nostre aziende di competere da sole sui mercati mondiali, è l’ora che la politica torni a fare la sua parte, per cercare di creare anche in Valdelsa un polo produttivo di dimensioni adeguate a reggere la concorrenza dei grandi gruppi europei, a mantenere la produzione camperistica in loco, a garantire nuova occupazione.